Jarod il camaleonte The pretender |
Fanfiction
Beh ... essendo il mio primo lavoro ... come un inventore di qualche storiella ... non fate caso .. alla semplicità .. e tante pecche che sicuramente un scrittore profesionista non farebbe.
Un giorno sondavo la rete .. e mi son detto ... vado a vedere se esistono siti su Jarod il Camaleonte ... e sorpresa sorpresa me ne sono trovati ben 20.000 in tutte le lingue ... soprattutto inglese. Molti sono uguali .. molti sono diversi .. ma la cosa che mi è piaciuta di più è che tanta gente scrive dei racconti di come avrebbero voluto andassero le cose .. oppure delle storie completamente inventate. Non parlo di poche storielle ... ma di migliaia e migliaia .. costantemente inserite in appositi siti. Sono i cosi detti FanFiction.
Beh è l'ora di creare una Fanfiction tutta Italiana. Non siamo peggio degli Inglesi, Tedeschi o Spagnoli.
Allora si comincia. Seguitemi a ruota.
I personaggi di "Jarod il Camaleonte" sono propietà della NBC e non voglio assolutamente sfruttarne l'immagine ecc. ecc.. Leggete e divertitevi.
1.01 - La storia infinita - 1a parte
Da qualche parte nel deserto del NEVADA
Faceva molto caldo, il sole picchiava. All'ombra erano almeno 40 gradi. Ma quale ombra, non c'era ombra ... da nessuna parte. C'era solo il deserto, infinitamente grande. La macchina proseguiva molto velocemente. Non c'era pericolo di infrangere il limite. Non c'era un cane nel raggio di miglia e miglia, figuriamoci poliziotti. Sollevando dietro di se la sabbia portata dal vento, la Caddilac sfrecciava nell'infinito spazio del deserto.
«Dannazione». Disse Jarod con un tono seccato e infastidito.
Infatti dovette guidare con la capote alzata altrimenti era come stare in una sauna. Invece così l'aria aiutava quel poco che poteva, l'alternativa era sentire il sole sulla pelle picchiare e picchiare.
«Dannazione ... gli venisse ...». Continuò a imprecare Jarod.
Erano ormai almeno un centinaio di miglia che guidava ... ed era un centinaio di miglia che imprecava. Certo era un uomo di capacità straordinarie ... ma anche lui era fatto di carne ed ossa. Soffriva come tutti gli altri. Ed in più come se non bastasse ... a Las Vegas chi c'era? C'era la bella accoppiata di spazzini con lei in testa.
«Dannazione ... gli venisse ... gli venisse a tutti in questo preciso istante ...». Continuava a ripetere... Il suo autocontrollo se ne stava andando a farsi benedire...
LAS VEGAS
«Allora il nostro genio era stato qui per 3 settimane, e voi...nessuno di voi è riuscito a scoprirlo...». Aveva parlato con un tono che non mostrava il reale aspetto della frustrazione che provava.
«Ma.... Miss Parker...». Broots con il solito imbarazzo tentò di replicare.
«Zitto.... Risparmiami le parole... Non siete riusciti a prenderlo... tutto qui». Lo zittì... sempre piu seccata Miss Parker.
«Ma non potevamo sapere...». Intervenì Sydney con la solita impassibile calma cercando di calmarla.
Era meglio non fosse intervenuto... Miss Parker si infiammò.. era la goccia che faceva traboccare il vaso.
Nei suoi occhi, impassibili fino a quel momento, si percepi tanta ira, un po' di disperazione... e un pizzico di malinconia.
«Siete rimasti nello stesso albergo con lui per 3 settimane!! Mi avete fatto girare tutti i casino della città!!!!! Tutti i night!!!!!! Tutti i bar!!!!!!! Tutto!!!!!!! Tutta la città!!!!!!!! Mentre lui..». Si fermò prendendo fiato per esprimere tutto quello che aveva tenuto dentro per tutti quei giorni... Ma non ci fu seguito... Si girò... e tirò fuori il cellulare dalla tasca....«Cosa!?»
Il suo volto cambiò espressione. Era lui, era Jarod.
Non contento della sua situazione decise di rifarsi un po' sui suoi inseguitori. Sudato, con la sabbia ovunque, nelle scarpe, dietro il collo, sotto la maglietta, con un senso di caldo che lo faceva impazziere.. L'unica cosa era prendere un po' in giro lei. Sarebbe stato più bello se al suo posto ci fosse stata lei..e lui fosse stato da qualche parte a godersi con calma un meritato riposo.
«Il Centro è caduto in basso negli ultimi tempi.. si avvale di persone che non sono capaci trovare un uomo in un edificio... anzi nello stesso piano di un edificio». Disse con un tono divertito e sfottente.
«Tu... topo.. da laboratorio... quando ti prenderò... me la pagherai... per tutto..». Parlò quasi sotto voce, filtrando le parole a denti stretti...
«Si....... hmmm.... ti devo dare le fiche...? O preferisci i contanti?». Disse con tono sempre più sfottente.
«Fai bene a ridere adesso Jarod, finché ne hai possibilità». Replicò Miss Parker con una voce glaciale.
«Si». Rispose Jarod e spense il cellulare.
–Dannato...che tu sia dannato–. Pensò Miss Parker a voce alta.
«Miss Parker... hmm.... io... credo....». Broots si avvicinò a lei.
«COSA !!?..COSA!!? COSA!!?». Miss Parker si girò... gridando..
«Credo di averlo localizzato..... non precisamente...». Continuò Broots.. timidamente.
Miss Parker cambiò in un istante. Il fatto di avere una traccia, una possibilità di riuscire a sapere dove potesse essere Jarod.. la rese quasi euforica. Con una grande padronanza di se stessa.. riuscì a mascherare bene le sue emozioni e con un tono impassibile disse
«Allora Einstein... dovè?».
«Il sattelite del centro che abbiamo spostato», cominciò Broots..
«Taglia corto». Miss Parker lo interuppe.
«;È nel deserto del Nevada». Obbedì Broots.
«Fantastico! Andiamo... su forza!!». Ordinò Miss Parker.
«Ma non sappiamo dov'è.. sappiamo solo che è nel deserto.. come pretendi di trovalrlo?». Le domandò Sydney.
«Ci penserò in ascensore...». Disse Miss Parker incamminandosi verso la porta... «Vi voglio giù tra 10 minuti... Broots... elabora quello che hai e dimmi qualcosa di più preciso.. diciamo tra 5 minuti».
«Ma come faccio se devo....». Broots cercò di replicare.
«Non mi interessa...». Disse Miss Parker e uscì dalla stanza.
Intanto nel deserto del NEVADA
Jarod continuava a spingere al massimo l'auto. Voleva arrivare al primo centro abitato indicato sulla cartina prima della notte... Il suo timore era quello di restare senza carburante. Mancavano ancora circa 40 miglia... quando l'auto cominciò a beccheggiare.. poi sbuffò come se esalasse l'ultimo respiro e continuò a proseguire in folle ancora per qualche centinaio di metri... e si fermò.
–Fantastico... non sono morto di caldo... morirò di freddo–. Pensò Jarod ad alta voce uscendo dall'auto. Si sedette per terra appoggiandosi alla portiera della Caddilac... e chiuse gli occhi. Il sole tramontava... l'auto gli fece ombra. Era un altro di quei momenti in cui lui si sentiva completamente solo. Non era una novità per lui, ma cominciava a pesargli. Prese fuori il cellulare dalla tasca... Lo guardò. L'idea era di chiamare le uniche due persone che aveva nella rubrica. Miss Parker o Sydney. Sydney era sicuramente con lei... Chiamare lei.. no.. non si poteva... L'aveva fatta arrabiare troppo in tutti quei giorni. E tante cose non le sapeva ancora, forse le sospettava, ma non ne era sicura. Si ricordò di come era entrato nella sua stanza travestito da fattorino per cercare qualche informazione, entrò lei e si trovarono faccia a faccia. Fortunatamente mascherato bene cercò subito di andare via. Ma il suo intuito... non l'intuito femminile, ma il suo, unico ed irripetibile la insospettì...
–Mi scoprì... Dannazione ho dovuto ammanettarla. Certo mi sono preso qualche pugno. Picchia forte.–... Pensò Jarod e si toccò la mascella...
«...e morde anche»... E si toccò il braccio.
–Speriamo che non si sia arrabbiata molto... è rimasta ammanettata solo per qualche ora– Pensò ...
–Quante me ne ha dette.. certe parole le sentivo per la prima volta– pensò... e sorrise. Si alzò.. fece qualche passo...
–Anche a calciare è brava–. Pens» Jarod.
Adesso era importante scegliere che cosa fare... Una breve riflessione. Valutazione di scelte... e decisione finale.
«Per stanotte starò in auto». Decise Jarod e cominciò ad alzare la capote.
Sull'elicottero del Centro
«E già un'ora che siamo quassú... cosa pretendi di fare... di sorvolare tutto il deserto per cercarlo?». Domandò Sydney.
«Se fosse necessario.. Si». Rispose Miss Parker con voce ferma.
«Ma dai sii seria... non si può». Continuò Sydney.
Aveva ragione... era inutile.. era solo uno spreco di carburante continuare a cercarlo. Era come cercare un ago in un pagliaio. Era meglio sperare che chiamasse di nuovo. Approffitando del sattelite per localizzarlo. Solo così si poteva riuscire a trovarlo.
Improvvisamente Miss Parker sentì la voce di Broots nelle cuffie, si era quasi dimenticata che c'era anche lui con loro sull'elicottero.
«Miss Parker.. ho un'idea per poterlo trovare... Nel deserto ci sono poche strade, anzi ce ne sono solo dieci di cui solo due principali,le altre sono tutte secondarie, sterrate e non portano da nessuna parte. Jarod deve per forza andare da qualche parte... e comunqe... secondo i miei calcoli se usa l'auto deve fermarsi presso uno dei due centri indicati sulla cartina per fare rifornimento.. altrimenti... rimane bloccato.».
«Bravo Broots... meriti un biscotto». Rispose Miss Parker con un tono soddisfatto, ma impassibile. Dopo un paio di considerazioni disse:
«Allora chiama la base e fai decollare un altro elicottero che proseguirà lungo una delle statali.. noi proseguiamo lungo l'altra.. il primo che trova un'auto.. una moto.. un uomo sul triciclo... mi chiami subito.. e lo fermi..... », dopo un pausa «Senza ammazzare nessuno»...
«Broots..? Il satellite è ancora in zona?...» Chiese Miss Parker...
«Si... perche?»
«Fammi avere delle foto.. della zona...» Ordinò Miss Parker.
«Ok... però ci vorraà del tempo»... Rispose Broots.... questa volta la radio dell'elicottero mascherava l'imbarazzo della sua voce.
«SI... si... il tempo... ahh»... Sussurò ironicamente Miss Parker.
L'elicottero si era accostato sopra una delle strade statali e cominciò a seguirla illuminandola con un faro. Miss Parker guardava attraveso il vetro dell'elicottero. Era bellissimo.. ammirava le stelle che ricoprivano il cielo rendendolo quasi fantastico ed irreale... I suoi occhi tradivano l'emozione che provava. Sydney la ossevò un attimo... poi si girò a sua volta verso il vetro e sorrise. Era la stessa Miss Parker di tanti anni fa... con quegli occhi buoni e innocenti.
Deserto del NEVADA
Jarod era sdraiato sul sedile. Provava freddo e aveva fame. Le due cose messe insieme gli impedivano di addormentarsi. Attraverso il vetro dell'auto osservava le stelle. Osservava la loro bellezza e maestosità. Mentalmente Jarod cercava di ricordare alcuni momenti piacevoli che potessero portarlo lontano dalla realtà. I suoi pensieri correvano indietro nel tempo, si ricordava delle persone che aveva aiutato, le cose che aveva fatto... piano piano nei suoi ricordi riaffiorava quello che era la causa delle sue condizioni di vita: il Centro. La gente che ci lavorava... Provava fastidio nel ricordarsi di Mr. Parker, Raines, Lyle, Brigitte... gli spazzini che tante volte lo avevano fatto soffrire. Pensò poi a Sydney.. Broots... e ovviamente a lei. Alla persona che piú degli altri lo avrebbe voluto vedere ritornare ad essere proprietà del centro, la regina di ghiaccio.. Miss Parker. Non aveva quasi piú dubbi. La raggazzina che lui conosceva non c'era piú. Non c'era piú in lei quella bontà che conosceva, né quella semplicità di una persona aperta e sincera. Non aveva visto niente di tutto ció nel suo sguardo durante il loro ultimo incontro.
–Ma che mi frega poi alla fine–. Pensò Jarod e scosse la testa come per scacciare i pensieri.
Jarod alzò un attimo la testa e sforzò l'udito. Gli sembrò di sentire un rumore, in lontananza. Diventava sempre piú chiaro e distinguibile. Saltò fuori dalla macchina in un istante. Il senso di freddo e fame.. passarono subito. Si guardò in giro e fermò lo sguardo nella direzione in cui si intravvedeva una luce avvicinarsi sempre più, accompagnata da un rumore che sembrava quello di un elicottero. Esitando un attimo Jarod pensò a cosa fare.
«Chi può essere.. a quest'ora, un ellicotero..? Vuoi a vedere che mi hanno trovato?» Le ultime parole lo avevano scosso. Si guardò in giro per trovare un posto in cui nascondersi. L'auto doveva abbandonarla per forza... era da scartare. Bisognava approfittare del buio. Scattò nella direzione del deserto. Saltando sulle pietre per non lasciare le impronte sulla terra secca e non sollevare la polvevere si allontanò in fretta dopo circa una decina di metri si fermò e si sdraiò dietro a dei mucchi di pietra. Respirando piano piano si preparò ad osservare.
L'ellicottero rallentò dopo aver illuminato l'auto. Girò su sè stesso tenendo sempre la zona intorno alla Cadillac illuminata e piano piano sollevando un mucchio di polvere dalla strada si appoggiò per terra. All'inizio la polvere gli impedì di vedere. Poi depositandosi intravvide Miss Parker, Broots, Sydney e tre spazzini.
–Porca miseria!!!– Esclamò Jarod dentro di sè –..come hanno fatto ..–. Poi ragionando un attimo...–... la telefonata... si... porc... Broots non è mica scemo–.
Gli spazzini si avvicinarono alla macchina con armi in pugno, mentre Miss Parker, Broots e Sydney aspettarono che le pale dell'elicottero si fermassero completamente e la polvere si depositasse per vedere meglio. Uno degli spazzini aprì la portiera e guardò al'interno. L'altro girò intorno alla macchina ed il terzo guardò nel bagagliaio.
«Miss Parker, venga abbiamo trovato qualcosa». Chiamò uno dei tre spazzini: Sam. «C'è la valigetta di Jarod». Disse e tirò fuori dall'auto la valigetta argentata contenente la vita di Jarod.
–Dannazione..– Jarod strinse le labbra, rimproverandosi per la propria distrazione.
«C'è qualcosa che non va, non la lascerebbe mai... o è successo qulcosa o è qui in giro» Disse Miss Parker sfoderando l'arma.
«Broots... porta qui delle torce, sono nell'elicottero, voi cominciate a cercare deve essere qui intorno... nascosto da qualche parte» Disse Miss Parker e si guardò in giro.
Jarod si rimproverava gli errori, la telefonata, aver dimenticato la valigetta, non essersi allontanato di piú dall'auto.
Appena avuto le torce gli spazzini e Miss Parker si misero a cercare intorno alla macchina. Jarod si vide venir incontro Sam, lo spazzino, tra i piú robusti che Miss Parker si portava dietro, si avvicinava sempre di piú. Aveva gia conosciuto l'astuzia e l'abilità di Jarod perciò era particolarmente attento.
–... Pensa... pensa.. pensa...– Si ripeteva Jarod –...Se stai qui ti scova... se ti alzi.. ti spara... forse,... se lo colpisci... se ne accorgono... sono in sei.... pensa.. pensa– ...Ormai era tardi.. Sam si trovava ad un passo da lui.. ancora un po' e lo calpestava. Jarod scattò in piedi e gli sferrò un pugno al centro del petto, cosi bloccò il respiro a Sam.. che non avrebbe potuto gridare... ma era inutile.. l'altro spazzino lo vide e gridò.
«E qui..!!! Miss PARKER e qui!!»... Lo spazzino era a circa 20 metri e si mise a correre verso Jarod. Intanto Sam dava battaglia all'uomo prodigio. Aveva già perso la pistola ed ora cercava di colpirlo con la torcia. Dopo un paio di parate.. Jarod sfoderò un pugno terribile alla base della mascella di Sam.. che piombò a terra. Prese la pistola e spense la torcia... come un gatto si buttò due metri a lato, fece una capriola e si sdraiò puntando l'arma verso lo spazzino che stava sopraggiugendo. Intanto Miss Parker... dannando tutto e tutti cercava con le sue scarpe col tacco di fare qualche cosa che poteva assomiglare ad una corsa. Lo spazzino che era insime a lei la lasciò indietro e corse avanti.
«Non lo ammazzate..!!!..». Gridò Miss Parker «Quando lo prenderò lo farò io... Jarooood...!!» Glover, il secondo spazzino, non vedendo più la luce della torcia di Sam aveva perso il riferimento... proseguiva attentamente illuminando la zona circostante... la tensione era palpabile, anche lui conosceva Jarod... molto bene. Broots a Sydney osservavano dalla strada.
Jarod sdraiato qualche metro più a lato di Sam continuava ad osservarlo.
–..qui di tempo ce n'è poco... tra un po' arriva l'altro... poi Miss Parker... vuoi vedere che Sam si rialza.. devo fare qualcosa... sparargli... dannazione, per uscirne devo sparargli...– Era una decisione dura da prendere. Sebbene detestasse gli spazzini del centro, non poteva sparare ad uno di loro. Era troppo umano... troppo sensibile.
–...dannazione ...dannazione..– Continuava a ripetere –..sparagli, sparagli... sparagli alle gambe– cercava di convincere sè stesso.
Glover e l'altro spazzino erano sempre più vicini. Jarod prese una pietra e la buttò nel buio... Glover era talmente teso che al sentire il rumore, si girò di colpo e ...BANG.. BANG... BANG... sparò nella direzione da cui proveniva.
«...Che diavolo stai facendo idiota....!!?????» ...Gridò Miss Parker...«..avevo detto di non sparare..!!!!» ..Glover si girò nella sua direzione...
«...Era...un fals..» BANG.. Uno sparo lo interuppe. La torcia che aveva in mano schizzò via spegnendosi e cadde qualche metro più in là. Dal buoi saltò fuori un ombra.. era Jarod. Con un balzo felino raggiunse l'altro spazzino e lo colpì con il calcio della pistola. Si girò verso Glover che era terrorizzato.. e completamente spiazzato. Non vedeva più la luce della pila del suo compagno... la sua non c'era più, e Miss Parker era ancora lontana una decina di metri.
Miss Parker si fermò e illuminò l'aria davanti a sè per capire cosa stava succedendo...
«Glover.. che diavolo sta accadendo laggiù..?!!!». Gridò puntando l'arma nella stessa direzione del fascio di luce. Si sentì una collutazione, un tonfo.. e poi silenzio.
«..Broots.. fai venire qui l'altro elicottero subito...!!!!». Gridò Miss Parker a scuarciagola.. continuando a guardarsi intorno e cercando di distinguere ogni minimo rumore. Un silenzio era piombato sull deserto. Si sentì solo Broots che parlava alla radio. Neanche il vento... Parker sentiva il suo cuore battere ed il respiro alterato. Jarod era nascosto lì da qualche parte a meno di 10 metri.. e lei non poteva fare niente... solo illuminare l'aria sperando di trovarlo. Era molto tesa.. anche perche non sapeva di cosa era capace Jarod. L'ultima volta che l'aveva visto e l'aveva guardato negli occhi, era successo nell'albergo, non esprimevano niente.. erano completamente privi di ogni genere di sentimento... forse era cambiato. E questo la intimidiva molto. Non sapeva cosa aspettarsi.
«Sta arrivando..!!!». Gridò Broots...
«Circa tra mezz'ora sarà qui»...
«Dannazione...troppo....». Pensò Miss Parker. Dopo qualche istante di riflessione si alzò e cominciò a camminare piano piano verso il posto in cui c'era prima Glover.
–...eccola che arriva..– Pensò Jarod... –..lei si che mi spara senza esitare... io invece a lei no potrei mai sparare...–. Jarod piano piano raccolse un'altra pietra dal terreno... e la lanciò verso destra. Miss Parker si girò immediatamente verso il rumore... poi capì subito che era un'esca, ma era troppo tardi. Jarod le era già addosso. Sentì l'arma volare via. Con lo sguardo delineò l'ombra di Jarod.. e gli assestò un calcio. Parato... Un altro.. parato.. un terzo..a segno. Lo colpì in pieno stomaco. Grazie al suo fisico ed ad addominali potenti Jarod assorbì il colpo. Ma ne arrivò subito un altro. Riuscì a bloccarlo. Jarod indietreggiò...
«..dai Miss Parker non voglio farti male, lasciami andare...»
«..mai topo da laboratorio...» Disse Miss Parker a denti stretti e con un tono glaciale.
–Colpirla nello stomaco non posso... ha l'ulcera... vai a vedere che l'ammazzo... al volto... a quel bel volto... no non posso...– Pensò Jarod.. continuando ad evitare calci e pugni di Miss Parker.
«Broots... imbecille, prendi una pistola e vieni qui, subito ad aiutarmi!!!» Gridò Miss Parker. In un istante si sentì mancare l'appoggio, un leggero dolore al collo del piede e cascò per terra. Era lui che le fece una spazzata. Jarod le saltò sopra, le prese i polsi con una mano e le portò le braccia dietro schiacciandole contro il terreno. Con l'altra mano tirò fuori le manette destinate a lui, che Miss Parker si portava dietro e la ammanettò. Poi lo stesso fece con i piedi.
«...Dannato.. bastardo, lasciami... idiota.. Jarod,.... argg...» Miss Parker si ribellava con tutto il corpo scalciando e cercando di liberarsi. Ma era inutile lui era molto più forte. Si era ripetuta la stessa cosa accaduta nell'albergo. Sdraiata per terra, ammanetata, lo guardò con degli occhi che trapanavano da parte a parte.. senza dare la possibilità di equivocare quello che pensava. Jarod si alzò. Guardò nella direzione della strada. Broots cercava ancora qualche arma nell'elicottero. Sydney lo osservava curioso. Guardò Miss Parker.
«...ti avevo detto di lasciarmi andare...» Le disse con un sorriso sulle labbra. Lei non lo guardava più. Inclinò la testa: i suoi occhi ed il viso non si vedevano più.
«..bastardo...» Continuava a dannarlo... «...me la pagherai... Jarod... te lo giuro, me la pagherai per tutto.»
Jarod si chinò, lei girò la testa e lo trovò di fronte a sè. Lo guardò con uno sguardo del tipo...–Allora cosa vuoi ancora, non ti basta di avermi umiliata–... lo guardò negli occhi, ma il buio le impedì di leggerci dentro qualunque tipo di sentimento. Jarod si chinò ancora più vicino. Sentiva il suo respiro su di lei..
«Non tornerò mai al Centro» Disse Jarod con una voce glaciale... «Mai». Si alzò e si incamminò verso la strada. Raccogliendo le armi lungo il percorso.
Broots era in un panico totale... non sapeva cosa fare, alla fine decise di nascondersi dietro Sydney. A lui Jarod non avrebbe mai fatto del male.
Arrivando sulla strada, Jarod raccolse la sua valigetta. Scaricò le pistole e le butto nel bagagliaio della Cadillac. Si tenne i caricatori. Poi guardò Sydney e disse:
«Ciao Syd.. come stai ti vedo in forma ... ahh .. ciao Broots»
«Spero che ci sia andato piano con lei Jarod..» Disse Sydney riferendosi a Miss Parker.
«Non ti preoccupare non le ho fatto del male... ma è parecchio incavolata... passerà» Jarod sorrise e passò le chiavi delle manette a Sydney. «C'è qualcosa che vuoi dirmi Syd..?» Jarod lo guardò.
«Vai Jarod prima che arrivi l'altro elicottero... vai».
Jarod sorrise «Ciao..» e camminò verso l'elicottero.
Dieci minuti dopo non si sentiva più nessun rumore. L'elicottero che Jarod prese si era allontanato completamente, e l'altro non era ancora arrivato. Sul deserto ripiombò la stessa calma di sempre.
Broots cercava di fare rinvenire gli spazzini, mentre Sydney si avvicinò a Miss Parker.
«...È andato via..» Disse Sydney..
«Ma va..» Replicò Miss Parker... poi prese fiato e gridò «..LIBERAMI SUBITO...!!!!!!»
Una volta in piedi cercò di sistemarsi i vestiti, si pulì via la polvere e guardò intorno.. alzò lo sguardo verso il celo.
«...Fantastico..!!» Disse con un tono malinconico... e si incamminò verso la strada dove stava atterrando l'altro elicottero.
Al Centro, tre giorni dopo
La cupa luce dei proiettori illuminava a malapena il locale del Sl-5. Ma era per scelta, a Broots e Sydney gli piaceva così. Al momento erano attaccati al Pc, anzi era Broots che ci pasticciavo sopra e Sydney con l'impassibile sguardo seguiva le sue azioni. Si sentivano le dita di Broots sfiorare i tasti finchè non esclamo: «Ecco fatto Sydney !!» e pigiò "Invio". Sullo schermo apparì l'archivio generale dell'FBI. «Beh Broots devo ammettere che sei un genio nel tuo campo» disse Sydney soddisfatto. «Bene adesso comincia a cercare il nome di Jarod» continuò e si sistemò piu comodamente sulla poltrona.
L'idea era venuta a tutti e due, infatti Jarod aveva l'abitudine di preservare il suo nome cambiando solo il cognome. Abbastanza spesso a Jarod capitava di collaborare con l'FBI e di conseguenza doveva sempre crearsi una casella nell'archivio con il suo nome e scheda personale. Sydney e Broots sospettavano che invece di rifare il lavoro piu volte Jarod si serviva di un unico nome e un'unica scheda, che all'occorenza poteva essere modificata quel poco che bastava. Inoltre, era difficile credere che Jarod potesse commettere un errore del genere, credeva che non ci fosse al Centro nessuno in grado di penetrare nel archivio Federale.
«Eccolo qui» escalamo Broots.. «L'ho..l'ho trovato Sid» ... si girò verso Sydney che sorprendentemente stava dormento. « .. Sid .. l'ho trovato» .. lo scosse un pò. « .. Scusa Broots ... dimmi .. l'hai trovato..?» disse Sydney tirandosi un pò sulla sedia. «Si ... Sid e leggi qui ... e una cosa incredibile.» Sydney guardo il monitor e lesse lo stato di servizio di Jarod K. Neels. I suoi occhi corsero sulle righe ... poi si fermarono. Si giro verso Broots «Ma e incredibile ..» «Cosa e incredibile?» era la voce di Miss Parker. Amava irrompere in questo genere di discorsi.
«Allora ..? Sid.. vuoi condividere con me il tuo segreto?» Broots si alzò in piedi e si avvicino a lei «... Beh secondo me e Sid .. sai .. no che Jarod spesso .. simula di essere un polizioto ... o», lo guardo con uno sguardo pietrificante «Broots..non mi interessa cosa pensi tu ed il tuo amico dott. Freud» interrompendosi un attimo valutò di essere stata troppo scorbutica .. e con voce più delicata chiese: «siete riusciti a trovare qualcosa a che fare con Jarod?» Sydney si alzò dalla poltrona ... «Beh.. Miss Parker, se quello che c'è scritto qui e vero l'abbiamo trovato» «Parla..hai tutta la mia attenzione» disse Miss Parker con una voce impaziente.
«Allora .. saltando le cose inutili .. Jarod adesso e un agente di FBI infiltrato in una organizzazione malavitosa a Las Vegas .. secondo la sua scheda e in attività sotto copertura propio adesso, ed opera a Las Vegas .. come ho già detto. Da qui deddurei che la sua mossa di allontanarsi da Las Vegas è stata una finta per spiazzare noi, credo che ci sia di nuovo ritornato per finire quello che aveva in mente.»
Miss Parker lo ascoltava incredula .. non solo per quello che sentiva, ma anche per come Broots riuscì a trovare qulle inforamazioni ... «Ok ... ok.. ma l'elicotero che abbiamo trovato nei sobborghi di San Francisco .. anche se lo lascio lì serve del tempo per tornare ... insomma ... come ..», Sydney la interrompe «non necessariamente deve essere stato lui a portare l'elicotero laggiù .. con tutti gli amici che ha ..»
Miss Parker fece un numero sul cellulare ... «Sam sono io, prepara l'aereo, si va a Las Vegas»
Las Vegas, 23.56
«Sono tre giorni che non ti fai vedere, dove sei stato?» chiese un uomo impazientemente. Di statura normale di circa 40 anni, robusto, con un abito bianco di buona fattura, camicia di seta nera, una paio di scarpe Italiane, il tutto completato da un capello, anch'esso bianco e delle imponenti catenine d'oro luccicanti sul petto. Altrettanto prezionsi erano i numerosi anelli che aveva nelle dita. Dei scurissimi occhiali da sole gli nascondevano gli occhi, la barba e i baffi cammuffavano le cicatrici sulle labbra e sul mento. Sudava ed l'odore infastidì Jarod che stava lì di fronte. «Ho avuto da fare» rispose seccamente. Si girò con la schiena verso di lui. «Allora Piter» Jarod fece una pausa abbastanza lunga da innervosire l'uomo «.. i miei clienti vogliono sapere ...» Jarod si interrumpe di nuovo. Piter era sempre più agitato. Nervosamente si guardava intorno, erano propio davanti all'entrata di un Casinó, abbastanza sicuro ed affolato, ma allo stesso tempo molto in vista. «Se il carico è pronto ..» continuò Jarod con la voce sempre impassibile. «Si .. si .. e pronto .. ma quando gli avrò i soldi?» Piter tirò fuori una sigaretta e molto nervosemente l'accese. Jarod si giro verso di lui. Aveva uno sguardo pietrificante, «..quando i miei clienti conosceranno le persone con le quali stanno trattando»,«..Cosa?!!...» Piter buttò la sigaretta per terra «Non erano questi i patti ... eravamo d'accordo: noi non facciamo domande, voi non fate domande .. tu ... hmmm» Piter .. sorrise disprezzando ... « .. non so neanche chi diavolo sei ... devi fare da collegamente .. no non ci sto». Jarodcontinuò ad essere impassibile, mentre Piter era sempre più nervoso ... tirò fuori un altra sigaretta. «Le mie referenze sono ben note ... i miei clienti hanno già concluso molti affari con la tua organizzazione ... e sto parlando di milioni di dollari .. il mio capo vuole conoscere il tuo .. altrimenti l'affare non si fa.» Jarod si girò e con un passo deciso e veloce entrò dentro il Casinó.
Piter rimase fuori ancora per qualche istante dimenando la sigaretta che aveva in mano. Era evidente lo stress a cui era sottoposto. Buttando via la cicca segui Jarod. Non aveva mai conosciuto un uomo come lui: sempre freddo e impassibile. Non aveva espressioni nel viso e sembrava più una statua di cera che un essere vivente. Entrò nel Casinó e con gli occhi si mise a cercarlo. Non dovrebbe essere difficile trovare un uomo del genere. Bisognava cercare qualcuno che vestisse un elegante abito nero .. una camicia nera .. insomma un uomo completamente vestito di nero.
«Stai cercando me?» Piter scatto come se fosse morso da un serpente. Era Jarod, si girò verso di lui e disse con una voce rassegnata e seccante « .. va bene .. vedo cosa posso fare ..». «Molto bene Piter .. vedo che ci siamo capiti .. fammi sapere, sai dove trovarmi» rispose Jarod sempre impassibile e si allontano da lui. «Quell'uomo mi fara uccidere...»penso Piter allontanandosi a sua volta.
Jarod preferì camminare. Le vie di Las Vegas erano sempre molto affolate. D'altronde lui non aveva mai visto una città cosi strana e particolare. Le tre settimane già passate qui non lo hanno ancora abituato al particolare fascino sprigionato dalle luce, rumori e atmosfere. Jarod ne era profondamente colpito. Dopo circa 15 minuti di strada entrò in un hotel di lusso. «Buona sera Sig. Neels» lo salutò il ragazzo alla reception. «Sera» rispose Jarod mantenendo la sua impassibilità. Dopo pochi minuti era nella suo camera che si faceva una doccia. Gli sembrava di sentire ancora l'odore dell sudore di Piter adosso. «Mamma mia .. qualcuno gli deve dire che puzza come un maiale», pensò Jarod strofinandosi i capelli. Uscì dalla doccia e cammino verso il soggiorno. Quello che ci voleva ora era una bella bottiglia di birra. La meravigliosa suite che aveva affittato per mantenera la sua copertura, era decisamente troppo per i suoi gusti di un uomo abituato a sistemazioni ben più fortunose. Ma visto che c'era, voleva sfruttarne tutte le comodità. Prese un pacco di sei birre dal frigobar e si accomodò sul terrazzo affaccciato sul viale, sistemandosi comodamente nella poltrona stappò una delle bottiglie e si rilasso fino all'inverosimile.
Una limousine nera percorreva le vie di Las Vegas. «Non pensavo di tornare quì così presto...» disse Broots osservando la gente sulle vie.
« Già ..» lo sostenne Sydney. Miss Parker non ascoltava la loro conversazione, la sua mente era da qualche giorno più indietro. Si stava ricordando i fatti accaduti nel deserto, di come era rimasta ammanettata per due file di seguito, di come Jarod la intimorì per la prima volta con la sola presenza. Ritorno alla realta improvvisamente quando Broots chiamò il suo nome piu volte. «Miss Parker .. Miss Parker .. siamo arrivati» Scese dalla macchina Miss Parker, entrò nell'hotel davanti a tutti e con una camminata veloce raggiunse la reception. Il ragazzo quasi svenì quando la vide, era la stessa donna che quasi gli sparò qualche giorno fa, perchè non seppe rispondere alle domande riguardanti .. un certo Jarod. Nel panico indietreggio e stava quasi per scappare via quando sentì la sua voce. «Vorremo due camere normali ed una suitet». «S..Su..Subito .. i vostri nomi prego» rispose balbettando. «Sam .. dagli tutto quello che vuole e quando e pronto chiamaci saremo nella hall» disse Miss Parker.
Una volta seduta sul divanetto si rivolse a Broots «Allora .. cosa, dove, e come dobbiamo cercare Jarod?». Broots pazientò un attimo prima di rispondere. Voleva essere chiaro e conciso senza dover essere ripreso da lei. «Allora .. Miss Parker .. dobbiamo cercare un uomo che si fa chiamare Jarod K. Neels .. su come e dove .. non saprei» Miss Parker alzo lo sguardo freddo ed inespressivo su di lui. «Fantastico .. cosa ci costa trovare un uomo in una città come Las Vegas .. diamene .. basterà urlare il suo nome .. no?» .. «io un modo lo avrei per trovarlo .. vedi .. lavora sotto copertura, ma i contatti con l'FBI li ha attraverso il suo nome ... insomma ... Jarod K. Neels è il nome con cui lo possono trovare, beh.., perchè non lo cerchiamo così anche noi. L'unica cosa ... e che loro sanno .. dove, noi no!» Concluse Sydney dopo una breve pausa. «Non vorrai dirmi che bisogna settacciare di nuovo tutti gli hotel della città .. e chiedere .. di ... come si chiama..?» ..chiese quasi incredula Miss Parker. È esattamene quello che aveva già dovuto fare .. e non le piaceva per niente l'idea di doverlo rifare. E non poteva mandare nessun altro a svolgere quel lavoro per lei. Broots si perde a casa sua, figuriamoci a Las Vegas, Sydney è più contento a far scappare Jarod che catturarlo, gli spazzini con la loro delicatezza erano da scartare ... rimaneva solo lei. «Ohhh... che Dio ci aiuti» sospirò Miss Parker. Si avvicino Sam .. «è tutto a posto..Miss Parker, potete salire.» e distribuì le chiavi magnetiche a tutti. «Ah .. Broots, Sydney» disse Miss Parker con una tono sarcastico «controllare bene, magari Jarod dorme nella camera accanto».
La mattina seguente Jarod si svegliò sul terrazzo della propia camera. C'erano timidi accenni di alba, ma si sentiva lo stesso molto rumore provenire dalla strada. Guardandosi intorno vide le 6 bottiglie di birra vuote, sorrise e piano piano si trascino in bagno. Usci da lì mezz'ora dopo. La doccia gli aveva fatto bene, si sidette sulla poltrona e mise la valigetta delle simulazioni difronte a se. Inserì uno dei tanti Cd che aveva, e a lungo osservo le immagini sullo schermo. Alle 8 dell mattino era seduto al bar dell'hotel. Di fronte a se una briosch e un caffelatte. Leggeva un giornale locale, quando all'improvviso vide lei riflessa nello spechio dietro al barista: era Miss Parker. In una mano teneva una sua foto. Da come appariva a Jarod sembrò che era già da un pò di tempo in piedi. Sempre agitata si guardava intorno nervosemente, come se lo sentisse. Continuando ad osservarla Jarod quasi si dimenticò di che genere fosse il pericolo al quale era sottoposto. Era vestita come solito, un abito di colore grigio e blu, una camicetta bianca, scarpe a tacco. «I tacchi sono piu bassi» penso Jarod sorridendo.
Il bar aveva solo una via d'accesso dalla hall, l'unico altro modo per andarsene era uscire dalla porta di sevizio che portava alle cucine. Jarod questo lo sapeva .. quello che non sapeva e che poteva essere chiusa. Miss Parker aveva già chiesto ad un paio di persone riguardo all'uomo della foto ricevendo sempre risposte negative. Con un'apparenza rassegnata e stanca si dirisse verso il bar. Jarod sentì il suo cuore accelerare di colpo, cerco di tranquillizarsi. C'erano tante persone nel locale .. e di certo lei non poteva tirare fuori la pistola in un posto così affollato. Poi al limite anche lui era armato, ma considerò l'arma come l'ulitma chance. Uscire dalla porta di servizo era un idea .. ma ormai era tardi. La cosa che dispiaceva di più a Jarod era il fatto che la sua copertura saltava di nuovo .. ed era tutto da rifare.
Con una mano tirò fuori dalla tasca della giacca degli occhiali da sole e mentre Miss Parker si avvicinava si girò gradualmente in direzzone opposta per trovarsi sempre di schiena nei suoi confornti. L'idea era quello di uscire, mentre lei entrava. Ma sarebbe stato troppo facile, quello che Jarod dimenticò è che Miss Parker possedeva quell'intuito che le permetteva di sentire se lui le era vicino. Lei si fermo improvisamente e tirò una occhiata fulminea a Jarod, lo riconobbi subito. Tutto quello che vedeva nella schiena del uomo di fronte a se era come se avesse l'etichetta attaccata con su scritto "IO SONO JAROD"
«Tu .. dann..» non riusci a finire, che Jarod grido: «Aiuto c'è una bomba .. c'è una bomba, scappiamo !!!»
Fu subito il panico, Miss Parker travolta dalla gente che cercava a tutti costi di uscire dal Bar si vide sfuggire Jarod da sotto il naso. Lui invece scavalcò il bancone del bar, corse verso la porta di servizio che ... «Dannazione e chiusa ...!!» lo stupore e dissappunto di Jarod era evidente. Aveva fatto male i suoi conti. Adesso nel locale non c'era piu nessuno tranne lui e Miss Parker. Niente le impediva di tirare fuori la pistola ... e cosi fu. Girandosi verso di lei vide prima il suo volto pieno di euforia e gli occhi gioiosi .. poi la pistola puntata su di se. «Hai finito di fuggire Jarod .. i giochi sono finiti .. prova a muoverti e giuro che ti sparo». Gli occhiali che Jarod indossava le impedivano di vedere gli occhi, ma un perfido sorriso che aveva sulle labbra era inequivocabile. Si senti presa in giro per l'ennesima volta. «..VOLTATI !!» gridò «e metti le mani bene in vista» .. non fece in tempo a tirare fuori le manette che senti puntata nella schiena la canna di un arma. «Stia ferma ... problemi Jarod ?» chiese l'uomo. «Come sempre puntuale .. Piter» rispose Jarod, .. poi aggiunse «No nessun problema, e solo una prostituta che vuole essere pagata». L'avesse mai detto, ma al momento gli sembrò la cosa migliore. Il volto di Miss Parker al sentire quelle parole cambio in un espressione indescrivibile: stupita, irritata e soprattutto offesa. Le venne voglia di sprargli subito. «Ah .. questa e mia..» disse Jarod interrompendo l'uragano di pensieri che aveva nella testa, e le sfilo dalle mani la pistola. «Tu .. lurido bastardo» il ribbolire della rabbia che aveva dentro le impediva quasi di parlare. «Si .. saraipagata» rispose Jarod impassibilmente.
«Su sbrigati Jarod .. fai qualcosa con sta puttana .. tra un pò arrivano i poliziotti», disse Piter con il solito nervosismo. Jarod punto la pistola contro Miss Parker e si fermo un istante a ragionare.
Miss Parker continuava a guardarlo incredula, percepiva la grande tensione che c'era nell'area. Lo osservava con grande curiosita. Era molto diverso da qualche giorno fa. Un elegantissimo abito nero, camicia nera, scarpe nere. Era tutto vestito di nero. I capelli accuratamente pettinati al indietro e degli occhiali da sole lo facevano sembrare uno di quei individui misteriosi dei film. Era affascinante ed enigmatico. Dimentico quasi di avere una pistola puntata contro. "Ok .. adesso cammina e stai benen attenta che se azzardi solo un movimento sospetto ti sparo senza esitare" Jarod si rivolse a lei. Finquanto Miss Parker conosceva Jarod, era sorprendentemente diverso dal solito. Il tono della sua voce faceva quasi paura. Provo quella sensazione di timore di qualche giorno prima. «..Non mi sparererai Jarod .. non ne sei capace ..» rispose e con curiosita osservò la sua reazione. «Non ci giurerei..» le rispose. «.. che diavolo facciamo con lei?» chiese Piter, «La porto nella mia stanza e là la chiudo dentro per qualche ora, giusto che non ci dia fastidio.» rispose Jarod con calma impassibile. «.. poi forse l'amazzo .. forse no .. vedremo .... cammina» e la spinse con la pistola.
Miss Parker era completamente spiazzata. non poteva credere che una cosa così potesse mai succedere. La sua speranza volgeva al fatto che Jarod era nel bel mezzo di una simulazione e di conseguenza non potesse comportatarsi diversamente. Cio nonostante era tutto talmente assurdo. Decisi di dare tempo al tempo e di vedere come sarebbe andata. Era convinta che nessuno le avrebbe fatto del male in un posto così affolato, poi era praticamente impossibile che Jarod ... no, era un dubbio atroce.
«Aspetta fuori.. Piter e fai da guardia, arrivo tra un paio di minuti» disse Jarod e con prepotenza spinse Miss Parker nella suite. «..D'accordo, ma non ci mettere troppo...» sorrise maligniamente Piter. Jarod chiuse la porta, Miss Parker era al centro del soggiorno e lo guardava curiosa, ma impassibile. Ci fù qualche attimo di stallo, stava ricapitolando il dafarsi, poi con calma si rivolse a lei «..Tira fuori le manette che ti porti dietro e passamele.» Miss Parker non si mosse ... lo guardò talmente sicura di se stessa, che per un attimo Jarod si senti sfuggire la situazione di mano. «Non mi sparerai..» gli disse «se mi volevi sparare l'avresti già fatto prima ... anche nel deserto ...» Jarod sentiva che lo stava fregando ... aveva pienamente ragione, non le avrebbe mai sparato, ma se non riesce a convincerla dell'incontrario tutto il suo lavoro di un mese salta. «Dannazione !!» penso «...ha ragione...non le potrei mai sparare..» penso per qualche istante, l'unico era di bleffare a più non posso, ma c'era da ricordarsi che di fronte aveva una giocatrice d'azzardo fuori dal comune. Con un lento gesto si tolse gli occhiali. «L'unico motivo, Parker..per il quale non ti ho sparato nel deserto e che non volevo farlo davanti a Sydney..difficelmente mi avrebbe perdonato... per il resto la tua vita per me vale solo le informazioni che mi puoi fornire...». Pronuncio queste parole con una voce fredda e impassibile. Miss Parker si sentì come traffita da quella frase. Lo guardo negli occhi , niente, non esprimevano niente. Jarod fece un passo verso di lei, le punto la pistola in fronte, e scandendo le parole ripetette «dammi le manette».
Cinque minuti dopo Jarod era sul terazzo che si beveva una birra. Miss Parker era sul letto ammanetata e imbavagliata. «E tre» ... penso alinconicamente.
Jarod era in uno stato di tensione imcredibile. «Quella lì mi provocherà un infarto» penso. Finì la birra e rientro in camera. Lei lo stava guardando «se ti comporti bene, quando avrò finito chiamerò Sid, verra a liberarti» si rimise gli occhiali ... e poi finì «diciamo tra 3 giorni» e sorrise. «Hmmm .... fmmmmm .. Jafommmm ..... ba ma ...» si dimenò sul letto Miss Parker. jarod uscì dalla camera «Piter...andiamo..»
Scritto da TS
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